venerdì 21 agosto 2009

IN RICORDO DI MARINO PLAZZOTTA

RICORDANDO MARINO PLAZZOTTA E LE SUE DOMANDE

- 29 agosto '09, ore 20.30 presso la fattoria sociale Bosco di Museis, Cercivento (UD).
Attraverso la testimonianza degli amici intendiamo raccontare la vita e la ricerca di Marino Plazzotta, prematuramente scomparso la primavera di quest'anno.
Uomo eclettico ha dedicato molte energie alla montagna e ai grandi temi che interrogano tutti noi.

Un dopoguerra insieme da un paesino della Carnia a .... oggi
professor Aldo Baritussio;
Il dolore e la malattia
dottor Vito Di Piazza;
Il sogno profetico della diocesi di Zuglio
dottor Alfio Englaro;
La chiesa controversa
don Pierluigi Di Piazza, Centro Balducci;
La battaglia per la montagna
professor Daniel Spizzo;
Comunicare per cambiare: la sua vita alla TV
con Celestino Vezzi e Giuseppina De Cillia.

Proiezioni dall’archivio di VTC-TeleFriuli durante tutta la serata.
Al termine del giro dei relatori, interventi liberi degli invitati o del pubblico con suggestioni, memorie, aneddoti e tutto quello che può ricordare qualcosa della sua vita e del suo impegno.

domenica 5 luglio 2009

UN RICORDO DI MARINO_4

VTC (www.videotelecarnia.it) é la corrispondente di Telefriuli in Carnia. Questa singolare emittente locale con sede a Treppo Carnico, da più di vent'anni trasmette, racconta e registra momenti di vita ed eventi della comunità montana (e non solo), divenendo ormai un riferimento informativo ed un testimone straordinario per tutta la società carnica.


Mario de Cillia e sua moglie Giuseppina Pittino sono i fondatori di VTC, ed i maggiori responsabili di questa emittente, piccola, ma di enorme valore storico e culturale, che ha saputo sopravvivere grazie alla tenacia, caparbietà e passione dei suoi fondatori e collaboratori, anche a tutte le difficoltà connesse alla riforma delle telecomunicazioni.


Marino ha collaborato con VTC per circa quindici anni, trovando nell'emittente un' occasione unica di comunicazione del suo pensiero e passioni. Grazie a VTC é nata e si é consolidata l'amicizia con Pre Toni Beline, con cui Marino ha realizzato diverse interviste contribuendo a diffondere e risaltare la figura di questo singolare prete, in tutta la Regione.


In occasione della sua scomparsa, la redazione di VTC ha voluto dedicare un ultimo commosso messaggio di saluto a Marino, collaboratore ed amico di tante battaglie, che riproponiamo in questo contesto per la sua visione.

Per vedere il video clicca qui o sull'immagine.





domenica 21 giugno 2009

UN RICORDO DI MARINO_3

Il Dott. Alfio Englaro é la persona che ha seguito Marino durante il lungo calvario della sua malattia.
Grazie alla professionalità di questo medico/amico, Marino ha vissuto sicuramente più anni di quanti questa malattia normalmente concede.
A noi della famiglia, sono stati concessi anni in più con un padre e un marito: un regalo impagabile e immenso.
Ad un mese dalla scomparsa, pubblichiamo un ricordo su Marino scritto dal dott. Alfio Englaro, con la medesima mano con cui lo ha curato e seguito per tanti anni.
Qui di seguito un breve estratto dello scritto che potete leggere interamente cliccando qui.

LA SCUVIERTE DI PRE TONI BELINE

Propit in chest periodo, jodint un viaç a VTC une das intervistes di Celestino Vezzi (di Çurçuvint) fate a pre Toni Beline (nome pa television cjargnele), Marino al ven fulminât da bardele e da savietât di chest preidi dut particolâr che encje lui, dal rest, al veve conossjiût in seminari ma che al veve pierdût di viste par tant timp.
D'in chê dì Marino al tache a lei i prins libris di chest preidi, al va a cjatâlu, a i telefone, a lu invide a mangjâ a cjase sô (e la biade Marie, simpri indafarade in cusine, a fâs la sô biele figure cun mangjâs di otime cualitât). Insome par fâle curte, al devente intim di pre Toni, cul cuâl al imbasdis un rapuart costant intal timp: intervistes, files, rasonaments, domandes, e dut in registrazione VHS. Ogni moment, ogni lûc ai son bogns par meti su une cjacarade cun chest preidi dal savôr dibot luteran: di sabide, di domenie, di sere, tal cortîl, tal parco di Trep, in cjase, suntune bancje...
Savint però che pre Toni a nol veve mai dât intervistes a dinissun che a nol foss un cjargnel di VTC (nè a gjiornâi nè tantmancul a televisions regjionâls), Marino al fâs di dut par convinci pre Toni a jessji dal so isolament linguistic e culturâl e a lu convinç a fâ passâ las sôs intervistes di Trep encje su Telefriuli di Udin.
Pre Toni finalmenti al acete e cussì, in breif, dut il Friûl al po finalmenti conossji chest preidi tant gjeniâl e tant gjenuin. Plui di une volte e di dôs chestes cjacarades tra i doi, as vegnin trasmetudes da TF e tante int a tache a telefonâ seti al preidi che a Marino.
Une roube a è di clarî subit: encje se pre Toni al scriveve su la Vite Catoliche ogni setemane, encje se al veve bielzà publicât un slac di libris, al è stât propit Marino midiant Telefriuli a tirâ fûr pre Toni da sô tane e a portâlu in dutes las cjases furlanes e cjargneles, fasint cussì une operazion culturâl e sociâl di grant merit e di grant valôr.
Cence chest passaç televisîf (prime a Trep e dopo a Udin), pre Toni al sares simpri restât cunfinât inta ristrete clape da "Gleisie Furlane" o da "Vite Catoliche", cence podei mai jessi cerçât (e preseât) da grande masse da int: dal popul furlan, pal cuâl lui al veve adiriture tradot la Bibie interie.
per leggere il testo completo clicca qui. (da cjargne.it)

martedì 16 giugno 2009

Un RICORDO DI MARINO_2

Mi vengono proprio dal profondo del cuore alcuni vissuti che si fanno riflessione ed espressione pubblica per contribuire con umiltà e commozione al saluto più vero, autentico e partecipato a Marino, insieme prima di tutto ai suoi familiari e poi agli amici e ai conoscenti.
Sento Marino nelle sue dimensioni essenziali che, come avviene nel paradosso della vita, anche il percorso doloroso e meditativo della malattia ha contribuito ad approfondire. Riascolto l’eco della sua umanità di adolescente e giovane della nostra montagna della Carnia, l’intelligenza intuitiva e viva che lo portava a indagare e riflettere.
Dopo diversi anni in cui il contatto diretto si era interrotto, non per motivazioni particolari, tanto meno per scelta di uno o dell’altro o di entrambi, l’ho reincontrato alcuni anni fa su quella lunghezza d’onda originaria, verificata, arricchita, portata all’essenziale dalla complessità della vita e delle sue vicende.
L’ho reincontrato mentre, insieme ai vissuti con i suoi familiari, ne intratteneva altri due particolarmente impegnativi interrogativi e interlocutori: uno con la malattia e l’altro con l’umanità, la fede, gli interrogativi di pre Toni Bellina; due riferimenti che spesso sono diventati lo stesso, proprio perché anche pre Toni ha posto in continuazione la questione della malattia, del dolore, della sofferenza come questione aperta a Dio, a Gesù di Nazaret, alla fede in Lui.
E così qualche volta l’ho incontrato in ospedale; abbiamo camminato insieme dialogando nel Centro Balducci; abbiamo insieme proposto nel giugno scorso un incontro per ricordare pre Toni, molto partecipato e vissuto con profonda intensità e commozione; abbiamo collaborato per riproporlo anche quest’anno, il 30 aprile; Marino non ha potuto partecipare perché il male aveva cominciato a dare i segni del suo sopravanzare invadente. Ho comunicato il motivo della sua assenza e invitato la folla dei presenti a tributargli un dovuto applauso di amicizia e riconoscenza; un altro altrettanto intenso è seguito alla lettura dell’intervento da lui preparato: ricco di umanità, ricco del dubbio, della fatica e insieme dell’essenza di una fede inquieta e in ricerca, essenziale, liberata dalle sovrastrutture ideologiche confessionali e clericali. Il credere e il non credere con serietà sono un’autentica impresa. Posso comunicare oggi con commozione che ho sentito quei due lunghi e caldi applausi come un saluto a Marino, come un anticipo interiore del silenzio di questa celebrazione.
Marino, una volta scoperto e incontrato pre Toni, ha sentito il dovere interiore spirituale ed etico di farne conoscere con le interviste e i libri l’umanità profonda, la sensibilità, la libertà, il coraggio, la solitudine, la lettura della vita e della storia con la Bibbia nel cuore, da lui tradotta in lingua friulana, dalla parte dei poveri, degli umili, degli ultimi, degli scartati, leggendovi le sofferenze e insieme le ricchezze umane, culturali, spirituali.
Sento e saluto con commozione e affetto Marino su questa profonda lunghezza d’onda: Marino come ricercatore di verità, di profondità, di essenzialità, di una fede che si lascia interrogare, che si interroga, che interroga… Marino che vibra nella profondità del suo essere, che deve arrendersi alla malattia che spegne le funzioni biologiche vitali, ma non spegne lo spirito, la profondità dell’essere.
Ricordo che anni fa un intellettuale, economista e poi anche politico, partito da posizioni dichiarate di non credente, via via cercando i significati profondi del vivere, soffrire e morire arrivò a celebrare nella stanza in cui morì poco dopo colpito anche lui da un tumore, l’Eucarestia con padre Balducci, Raniero La Valle ed altri… E salutò mentre le forze erano davvero ormai poche con queste parole: “Ora andrò finalmente a vedere come stanno davvero le cose.”
Mi viene spontaneo associare questo atteggiamento a Marino in questo passaggio misterioso della morte; siamo qui a ridirci sommessamente che non è verso il buio, il vuoto e l’insignificanza, ma verso una Presenza che misteriosamente ci accoglie… Esprimiamo questa fiducia non irragionevole, ma ragionevole: che anche se non sappiamo il dove e il come, questa accoglienza misteriosamente avviene e Marino, tutti i nostri cari continuano a vivere e ad accompagnarci nella nostra vita. Non si tratta di una verità dogmatica a cui aderire, bensì di una possibile apertura esistenziale a cui affidarsi.
Con stima, riconoscenza e amicizia saluto, salutiamo Marino.

(Pierluigi Di Piazza)

lunedì 8 giugno 2009

UN RICORDO DI MARINO_1

A nome di Maria, Joy e Mascia vorrei ringraziare i medici e gli infermieri di quella bella realtà che è l’ ospedale di Tolmezzo per la loro opera coraggiosa contro una malattia dimostratasi invincibile, e ancor più per l’ umanità e l’ amicizia dimostrate.
Un grazie anche al personale dell’ unità di terapie palliative dell’ ospedale di Udine.

Vorrei poi, e questo a nome di Marino, mandare un messaggio a quanti soffrono di neoplasia. Il messaggio è di non perdere mai la speranza sia perché nuove terapie stanno arrivando giorno per giorno, ma soprattutto perché anche nei casi in cui la malattia non è curabile, si può cercare di continuare a vivere, incontrare persone, fare cose. Marino ci ha lasciato un buon esempio di questo atteggiamento positivo, riuscendo, nonostante la malattia, a scrivere il libro su pre Antoni Beline per cui sarà ricordato.

La menzione del libro mi porta all’ interesse fondamentale di Marino che era il problema del credere ed il ruolo della Chiesa. Un problema mai risolto. In un intervento che avrebbe voluto fare pochi giorni fa (ma non potè perché la situazione stava precipitando) Marino concludeva con queste parole di Pre Antoni: “Dio è un rifugio e non la facile risposta alle nostre domande”.

Sul piano personale, saluto oggi l’ amico con cui ho condiviso letture, musiche, discussioni. Saluto il compagno d’ infanzia, ma non di giochi, perché da bambino lui era quasi sempre impegnato nei servizi in casa, mentre il nostro gruppo era dedito puramente ai giochi nei prati, sul greto del torrente Pontaiba e nei boschi di Treppo. Lui era un bravo bambino, tanto che il parroco don Lorenzo Dassi lo mise in comunione un anno prima del tempo, mentre noi la facemmo l’ anno che ci toccava. Qualcuno anche dopo.

Vorrei tornare indietro nel tempo e ragionare come quando da chierichetti accompagnavamo qualche compaesano al camposanto. Ragionando come allora penso che oggi Marino incontra i suoi genitori. Incontra i tanti compagni e conoscenti che ci hanno lasciato. Incontra persone che neanche si ricordano come i poveri che per tradizione trovavano un giaciglio nello stavolo di Gosper e che lui da bambino, con un certo timore, accompagnava con la lanterna. Ed infine penso che mia mamma vede oggi arrivare uno dei suoi più bravi scolari.

Termino con le parole di una canzone di Johnny Cash, che per il vero era piaciuta a Marino meno di quanto mi aspettassi, e che dice: ci incontreremo più avanti, lungo la strada.

Mandi Marino

(l'amico da sempre, Aldo Baritussio)

venerdì 22 maggio 2009

Non è necessario credere nell'Aldilà per morire sereni, dipende da come si è vissuti.
(Marino Plazzotta)

martedì 5 maggio 2009

PILLOLE DI SAGGEZZA_34

Rivâ a puartâ il latin in Afriche o in Asie nol è di vantâsi ma di vergognâsi.

Riuscire a portare il latino in Africa o in Asia non è cosa di cui vantarsi ma di cui vergognarsi.

mercoledì 22 aprile 2009

QUASI UNA COMMEMORAZIONE...

in occasione del secondo anniversario della scomparsa - 23 aprile 2007

Nel ricordo di Pre Antonio Bellina mi sembra che l'articolo di Paolo Rumiz, che riporto, riassuma in modo preciso e circostanziato, la figura di questo prete, singolare per certi suoi anticonformismi, ma fedele ai principi fondamentali della fede.

Spesso in questi “ricordi” ci si sofferma solo sugli aspetti più umani e si trascurano quasi del tutto quelli spirituali che ha trasmesso in numerose opere e meditazioni. Pre Antonio era un prete e credeva nella sua missione sacerdotale, da sempre, senza nascondere i suoi dubbi di fede e le sue perplessità. Affrontava il dubbio, perchè lo stimolava ad essere sempre più vicino all'uomo. I suoi ragionamenti lo portavano alle soglie del mistero che accettava come destino della fede e della vita. Il suo amore per la storia friulana e la lingua non ha mai travalicato questo punto proprio perchè a lui interessava l'uomo, con la sua cultura, ma anche con un progetto di salvezza da cercare.

Per leggere l'articolo clicca qui

domenica 19 aprile 2009

PILLOLE DI SAGGEZZA_33

Su l’esclusion de femine dal sacerdozi jo o pues, cun grande umiltât, dî che o aceti il dictat. Ma no pues acetâ lis resons, lis conclusions, lis esclusions, lis discriminazions.

Sull'esclusione della donna dal sacerdozio posso, con grande umiltà, dire che accetto il dictat. Ma non accetto le ragioni, le conclusioni, le esclusioni, le discriminazioni.

mercoledì 15 aprile 2009

CE PREMURE DI DISMENTEÂLU?

Pre Toni nus à lassàs il 23 di avrîl dal 2007, duncje lu ricuardarin pal secont aniversari e no pal tierç come che a scrif la Patrie sul ultin numar di avril 2009:

"Puedial dînus dôs peraulis su pre Toni Beline, che al cole il tierç aniversari de muart ai 23 di chest mês?"

sabato 11 aprile 2009

"FIGLIO MIO DILETTISSIMO, MADRE MIA DILETTISSIMA, CHE GIORNATA SARA' PER VOI IL GIORNO DI PASQUA?..."

"Una Pasqua sicuramente fuori dall'ordinario, fuori dalla mia comunità, fuori dal mio modo solito di vivere la Pasqua. Una Pasqua che resta completamente dalla parte del mistero di Cristo, ma che stenta a tradursi con segnali di resurrezione e di vita dentro la mia esperienza personale.
So che il fondamento, la chiave, la sorgente di tutto è la Resurrezione di Cristo, ma anche noi dobbiamo partecipare al suo mistero, non solo celebrandolo ma trasfondendolo nella nostra esperienza concreta. E' troppo facile celebrare la resurrezione di Cristo; più difficile è resuscitare, ribaltare le pietre di ogni genere, di ogni misura, di ogni spessore che ci tengono come in una tomba."
(Dal "De Profundis" di Pre Toni Belina tradotto da Gianni Bellinetti)

domenica 5 aprile 2009

PILLOLE DI SAGGEZZA_32

Cheste manie di tirâ fûr di un continuo sants e beats come i cunins dal cjapiel dal prestigjatôr, une autentiche incontinence, e po’ consolâ o sodisfâ la curiositât e l’ingjenuitât dai debui, ma lis personis seriis e pinsirosis a restin sconsortadis. Invezit di cjiaminâ viers la semplicitât e l’essenzialitât, si va viers la molteplicitât, la confusion, il consumisim religjôs.

domenica 29 marzo 2009

IL CONVEGNO DELLA MONTAGNA FRIULANA


...organizzato dalla Chiesa udinese, al di là delle singole, più o meno pessimistiche previsioni, va visto positivamente e, ove possibile accompagnato da entusiasmo e partecipazione. Per quanto si possa essere scettici sul risultato che“fiume” di parole, di cui saranno infarcite le relazioni, riuscirà a realizzare , quello che è certo è che si presenta ancora una possibilità di riflettere sui valori, consolidare i punti importanti della vita e ritrovare un sia pur minimo di potenza in più che non lasci “spegnere i motori”.

PAÎS PIÇUI

Mi sembra significativo proporre una breve riflessione di pre Toni per cui la montagna è stata il primo e più importante affetto. Per visualizzare il video clicca qui o sull'immagine.

( Da VIDEOTELECARNIA)

domenica 22 marzo 2009

PERCHE' CONTINUARE NELLA CENSURA?

Ho ricevuto diverse richieste sul più famoso libro di pre Toni "La fabriche dai predis".
A chi ci si può rivolgere per avere una risposta sul divieto di pubblicazione o di traduzione o perorarne la causa, dopo dieci anni dalla pubblicazione? La Chiesa ha perdonato a Galileo, perchè non al più modesto pre Belina? Né posso pensare che "Glesie Furlane" si possa opporre ad una operazione che rende merito al suo ispiratore!
Eccovi una delle lettere da me ricevute:

"Sig. Plazzotta, anche se in ritardo la ringrazio per la mail che mi ha inviato.
Oggi ho qualche novità che forse non la sorprenderà ma che comunque le voglio far sapere. Da qualche giorno sono venuto in possesso (prestito) di una copia di "La fabriche dai predis".
E' in friulano ed è probabilmente una copia omaggio in quanto il prezzo è stato nascosto.
La sto leggendo d'un fiato e, le assicuro, che il piacere è immenso.
Questo libro tanto desiderato si sta rivelando una fonte di ricordi, di verità ed è scritto con una sensibilità che rende ancor più penoso il fatto che non è accessibile a tutti.
Dopo questo libro a pre Toni dovrebbero dedicare qualcosa di più di qualche ricordo a quello che è conosciuto.
Il coraggio di scrivere qualcosa di personale, i propri sentimenti, gioie, dolori, esperienze con la sensibilità e poesia come ha fatto lui, non è da molti."

sabato 14 marzo 2009

IL LIBRO DI PRE TONI “LA FABRICHE DAI PREDIS” TORNA AD ESSERE OGGETTO DI ATTENZIONE ...

...in un articolo apparso sul “Piccolo” domenica otto marzo a firma di Paolo Rumiz.
Ci siamo chiesti il motivo di questo repentino interesse per un libro pubblicato dieci anni fa e di cui si è persa ogni traccia. Circolano delle copie sfuggite alla censura, ma sono in molti quelli che per semplice curiosità o per aver vissuto quarant'anni fa l'esperienza del seminario, vorrebbero ricordare o scoprire quale fascino esercitava quel “mistico giardino”. Siamo certi che non si può prevedere una soluzione a breve. L'articolo di Paolo Rumiz sintetizza crudelmente la realtà descritta da pre Bellina del quale, tuttavia, a parziale ridimensionamento dei suoi giudizi negativi, citiamo un passo dove si parla di alcuni aspetti che non suonano a condanna totale di quegli anni contestati e di quella esperienza amara e dura.
.
O critichi, cence fâ nessun scont, la (de)formazion dal predi soredut tai agns dal seminari, ma o confermi la bontât, la validitât, la positivitât di une sielte che mi à conpagnât in ben e in mâl fin vuê. Se no ringracii Diu par vêmi fat passâ pal seminari e pe strutture (anzi lu ringracii, e tant, par vêmi judât a passâ cence grandis feridis o mutilazions), lu laudi cul cûr plen di gjonde par vêmi volût fra i siei fameis.

Pubblichiamo della "Fabbrica dei Preti" l'ultimo capitolo. Per leggere clicca qui

martedì 10 marzo 2009

PILLOLE DI SAGGEZZA_31

No esal positîf, in tun mont ca no si scandulise e no si maravee plui di nuje, continuâ a maraveâsi e a scandulisâsi? Volê ancjemò tentâ di gambiâ il mont cuanche si sa che no si rivarà ma che ancje il tentâ al dà savôr e valôr ‘e vìte? (Pre Toni Beline)

Non è forse positivo che in un mondo in cui ormai non ci si scandalizza o non ci si meraviglia di nulla, si possa continuare a meravigliarsi ed a scandalizzarsi? Voler cambiare il mondo pur sapendo che non si riuscirà non è già un tentativo che dà valore e sapore alla vita?

lunedì 2 marzo 2009

LA CHIESA NON E' UN TRIBUNALE

Dal Gr3 di domenica 01.03.09 apprendo che un'assemblea di trecento sacerdoti e intellettuali ha inviato al Vaticano ed ai vertici della CEI, un documento in cui si chiede alla Chiesa che non imponga agli altri i propri valori etici e politici. Uno dei firmatari Nino Fasullo ha spiegato che cosa si auspica dalla chiesa:
“Di dare più serenità. Di fidare più nella forza della parola di Dio. Poi è veramente insopportabile che ci sia un cardinale che dice che il padre di Eluana Englaro sia un assassino.
La tradizione della Chiesa è: la pietà, la compassione, la misericordia. Abbiamo bisogno di parole dolci. Le convinzioni che noi abbiamo non si possono imporre a nessuno. Imporre è peccato. Non si possono imporre le proprie convinzioni etiche e politiche”.

Anche pre Toni la pensava più o meno così:

“.... Il Vaticano è convinto di avere la delega da Gesù Cristo per cui tutto quello che pensa Dio deve passare attraverso loro! Ma se Dio è infinito ed indicibile non può essere trattenuto né a S. Pietro né a Roma. Quindi è la chiesa che ha bisogno di Dio, ma Dio non ha bisogno della chiesa! Quanto ha fatto Cristo, lo ha fatto prima e fuori della chiesa!
Quindi la gerarchia non dovrebbe usare Dio, ma farsi usare da Dio.
Invece questa è ossessionata non dal fatto che la gente creda, ma che creda come e quello che vuole lei.
Non deve essere sempre la Chiesa a spiegare tutto. Ci lasci usare un po' il nostro giudizio! Forse che almeno qualche volta non possiamo fare delle nostre scelte?” . (Pre Toni Bellina)

lunedì 23 febbraio 2009

Benigni, Oscar Wilde a San Remo: una concordanza singolare di pensieri con quelli di Pre Toni Beline

Ascoltando Benigni l’altra sera, nel suo intervento da giullare incensurabile, spendere più di una parola per i Gay per concludere con un’accorata lettura di Oscar Wilde, mi è tornato in mente uno scritto di pre Beline. Nel 2000 in occasione del Gay Pride, organizzato a Roma durante il Giubileo, egli scrisse la solita “olme” che però non venne pubblicata. Rileggendola ho notato con piacere e stupore che molte delle idee espresse da Benigni, si trovano già, anche se in maniera meno ridondante e strumentale, nella riflessione di pre Toni, di cui vi trasmetto il testo integrale intitolato “La Marce su Rome”:.

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(fonte: Glesie Furlane)

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(fonte: Glesie Furlane)

sabato 14 febbraio 2009

PILLOLE DI SAGGEZZA_30

"No steit a lassâur bêz ai vuestris fîs. Lassàjur un bon mistîr e un bon esenpli e, pussibilmentri, une buine salût e une buine regule di vite. Pal rest a puedin rangjâsi dibessôi, come ch’al è di just te vite." (Pre Toni Beline)

Non lasciate denaro ai vostri figli. Lasciate loro un buon mestiere e un buon esempio e, possibilmente, una buona salute e una buona regola di vita. Per tutto il resto possono sbrigarsela da soli, come è giusto che sia nella vita.

sabato 7 febbraio 2009

PILLOLE DI SAGGEZZA_29

La solitudine e jè un fat di vite, esistenziâl. Ognun di nô al è dibessôl tal frontâ i grancj cantins de vite e de muart, dal ben e dal mâl. E tai momentz plui grivis, cheâtris a podin dîti dome “coragjo”, ma nuje di plui. Tu às di rangjâti dibessôl.

La solitudine è un aspetto della vita, esistenziale. Ciascuno si trova solo dinanzi ai grandi appuntamenti della vita e della morte, del bene e del male. E nelle situazioni più dure, gli altri ti possono solo dire: coraggio, null’altro. Devi arrangiarti da solo.

sabato 31 gennaio 2009

PILLOLE DI SAGGEZZA_28

Il timp al è tant galiot e tant birbant ch’al fàs passâ il dolôr e l’amôr. E al mene vie cence ramission vîfs e muarz, mermoriis e ricuarz, musis e faz e paraulìs. Dut.

Il tempo è talmente astuto e birbone che fa dimenticare il dolore e l’amore. E si porta via senza remissione vivi e morti, memorie e ricordi, volti, fatti e parole. Tutto.

martedì 27 gennaio 2009

PILLOLE DI SAGGEZZA_27

Si vares di imparâ duc’ a rispietâ il misteri de persone, il misteri di certis sieltis incomprensibilis, e fermâsi su la puarte. E denant di un che al tâs, imparâ a tasê.

Tutti dovrebbero imparare a rispettare il mistero della persona, il mistero di talune scelte incomprensibili, e a fermarsi sull’uscio. E di fronte ad uno che tace, imparare a tacere.

sabato 24 gennaio 2009

PILLOLE DI SAGGEZZA_26

La disgrazie dai puars e dai piçui e jè chê di jessi in tancj. E, cuanche si è in tancj, e sparis la muse e la persone par lassâ place al numar complessîf, magari staronzât par difiet par no impressionâ masse, e ai grafics des statistichis.

La disgrazia dei poveri e dei piccoli è quella di essere in tanti; e quando si è in tanti, il volto e la persona scompaiono per lasciare il posto solo al numero totale, arrotondato magari per difetto per non impressionare troppo, dei grafici e delle statistiche.

domenica 18 gennaio 2009

PILLOLE DI SAGGEZZA_25

E i libris a ripuartaran la glorie di un che al à riscjât al massim di sporcjâsi i stivâi di paltan e a tasaran i nons di chei che e àn viodude la muart par mês e mês, cence pussubilitât di berlâ, di domandâ spiegazions, di rivoltâsi. 


I libri ricorderanno la gloria di chi ha rischiato al massimo di sporcarsi gli stivali di fango ma taceranno i nomi di coloro che hanno visto la morte in faccia per mesi, senza alcuna possibilità di urlare, di chiedere spiegazioni, di ribellarsi.


mercoledì 14 gennaio 2009

PILLOLE DI SAGGEZZA_24

…al è distin che certis realtâz, soredut lis plui fuartis come la fede, l’afiet, la pâs, la serenitât, la salût, la mari e il pari, la glesie, il paîs, la lenghe, la culture, si inacuargisi di trop che a valevin cuanche no si à plui la pussibilitât di gjoldilis.

E’ proprio destino che certe realtà, specialmente le più pregnanti come la fede, l’affetto, la serenità, la salute, la madre, il padre, la chiesa, il paese, la lingua, la cultura, riusciamo a percepirle in tutto il loro valore solo quando non abbiamo più l’opportunità di goderle.

domenica 4 gennaio 2009

PILLOLE DI SAGGEZZA_23

O savìn che lis risorsis a stan suiantsi, parcè che no puedin jessi infinidis. Il sintiment, o la furbetât, nus disarès di sparagnâ par fâlis rionâ. Invezit o spesseìn come danâts a consumâ, a mangjâ cence fan, a comprâ cence dibisugne, a butâ vie cence doprâ.

Sappiamo bene che le risorse vanno esaurendosi perché non possono essere infinite. Il buon senso o la astuzia ci direbbero di puntare al risparmio per conservarle. Invece ci affrettiamo come dannati a consumare, a mangiare senza appetito, a comprare senza necessità, a gettare senza usare.