domenica 30 marzo 2008

L'ULTIMO LIBRO DI PRE BELINE

É stato presentato "Storie Sacre", l'ultimo libro che pre Toni ha scritto e visto (l'ultimo che ha scritto, ma non ha visto e`"La fatica di essere prete" uscito pochi giorni dopo la sua morte). Il Vescovo di Rovigo Lucio Soravito, munito di computer ci ha raccontato le sue impressioni sull'opera particolare di pre Toni ed ha concluso con le parole del Concilio Vaticano II che si augura che la gente riprenda in mano la Bibbia che e`"fâs di fonde e di sbacjo" a tutta la chiesa. È intervenuta anche Silvana Schiavi Fachin, che da friulanista ha esaltato l'opera di Pre Toni e la pittrice Manuela Riccioni che ha arricchito il testo di originali e vivaci illustrazioni.

Rifiutato dall'Ufficio Catechistico Diocesano, in quanto non pertinente ai programmi diocesani, "Glesie Furlane" ha trovato i finanziamenti per non mettere nel dimenticatoio un'opera grande nella sua semplicità ed accessibile a lettori di qualsiasi età .Le illustrazioni di Emanuela Riccioni rendono ancora più vivaci le rime di pre Toni.
Per una più esauriente presentazione vi rimandiamo alla recensione di Cjargne.

venerdì 21 marzo 2008

CARI AMICI, PER LA PRIMA VOLTA LONTANO DA VOI...



La Pasqua di Pre Toni
CARI AMICI, PER LA PRIMA VOLTA LONTANO DA VOI...



La lettera che vi proponiamo, scritta in friulano nella Pasqua del 2003, quando fu costretto a stare in ospedale per recuperare, con la dialisi, la vita che sfuggiva, è ripresa dal De Profundis ,tradotto in italiano dal prof. Gianni Bellinetti (Dal Profondo, Editreg 2007, pag 94)


CON I NOSTRI AUGURI VI INVITIAMO A MEDITARE SUL PENSIERO CHE PIU' VI COLPISCE

Cari amici e fratelli,
per la prima volta, in 38 anni che sono prete, mi trovo lontano dalla mia gente in un momento grande e significativo come la Pasqua, che ci richiama ogni anno il legame vitale e condizionato fra dolore e gioia, fra morte e vita, fra buio e luce fra disperazione e speranza. Giovedì santo, la sera del commiato e del tradimento, Venerdì santo, la giornata della morte, vengono prima del Sabato santo, la notte di luce, la grande notte.
Non sempre si arriva a vedere la luminosità di Pasqua, ma non si può saltare il Venerdì santo, col mistero del dolore.
Quest'anno non sono con voi a cantare l'Exultet, che mi riempiva il cuore di commozione, Cercherò di cantarlo lo stesso nel mio letto, ma non sarà un gran canto, di quelli che piacciono a me. Sarà più il pigolio di un uccellino ferito che lo sfogo di un'anima felice. Ma il Signore, che ha buon orecchio, sentirà anche il mio lamento soffocato, come quello di tanta gente che in tante parti del mondo soffre e grida in questa notte di contentezza. A cominciare dai paesi e dalla gente che ha dovuto sorbirsi la guerra.
Non sono lì ad accendere il fuoco,
..... (per leggere il testo comleto clicca qui)

sabato 15 marzo 2008

OLMIS INPROIBRIDIS - IL MEA CULPA DE GLESIE

Si tratta di un articolo che, nella quaresima del 2000, non è stato accettato da “La vita cattolica” per la rubrica che pre Toni settimanalmente curava. Il testo integrale lo potrete leggere cliccando qui.

Per quanti non hanno la possibilità di capire il friulano trascriviamo alcune frasi in italiano:
“La prima domenica di Quaresima di questo anno giubilare il papa ha voluto chiamarla giornata del perdono per le colpe della chiesa in questi 2000 anni di vita (...) La lista delle cose da ripensare e di cui pentirsi è lunga. Pensiamo al mondo della riforma protestante, pensiamo alle lacerazioni ecclesiologiche con la chiesa orientale (...). Pensiamo alla tragedia dell'antisemitismo. Accanto alle vittime conosciute rimane la schiera innumerevole delle vittime anonime della prepotenza clericale.
Un grande limite di questa iniziativa penitenziale sta nel fatto che il papa domanda perdono per i tanti figli della chiesa che hanno sfigurato il suo volto. (...) qui si tratta di riconoscere i peccati della chiesa come struttura (...)
Un altro limite di questo “mea culpa” é che si chiede perdono di colpe lontane, per le quali non si può fare più nulla. (...) il vero pentimento sta nel cercare le cause profonde e nell' adoperarsi perché non succedano di nuovo. Se non si ricercano le cause (...) si continuerà a fare vittime.
Il fatto che queste non vengano bruciate ma solo emarginate (...) non assolve il sistema. (...)
Il grande peccato della chiesa é di aver dato protezione ai potenti, ma così facendo ha perso la protezione di Dio e la benedizione degli ultimi.

Pre Antoni Beline - Quaresime 2000

domenica 9 marzo 2008

CLUB DI LETTURA


Invitato dal Club di lettura di Cividale del Friuli, ho presentato mercoledì 5 marzo l'ultimo libro di pre Toni: “La fatica di esser prete”. La serata cui hanno partecipati diversi soci, ha confermato, se mai ce ne fosse stato bisogno, la grande attenzione e curiosità che don Bellina suscita. La sua opera, purtroppo ancora sconosciuta a molti, si sta pian piano diffondendo. Alcuni si sono accorti che il friulano del traduttore della bibbia, è semplice ed accessibile anche a quanti non hanno dimestichezza con la lettura della madre lingua. Il successo editoriale degli ultimi libri in italiano e della traduzione del “De profundis”, fanno sperare che gli eredi, o chi per loro, pur nel rispetto dell'amore illimitato di pre Toni per il friulano, curino la edizione in italiano di altre sue opere.




domenica 2 marzo 2008

PERCHE' I PRETI NON SANNO PIANGERE?

Mio padre non frequentava la Chiesa, ma non era un uomo cattivo e, quando gli ho manifestato l'intenzione di entrare in seminario, mi ha risposto: "Non andar prete, perché i preti sono cattivi, senza cuore!".
A tanti anni di distanza e con l'esperieza di oggi, devo dar ragione a mio padre, perché i preti, generalmente, sono cattivi. O, meglio, non sono buoni, umani, tolleranti, comprensivi. Hanno una gran religione disincarnata, una gran devozione teorica, celebrano bei funerali. Si schierano, però, sempre con il potere, con i ricchi, e sanno predicare, fare grandi riflessioni cosmiche, ma non sanno piangere!
(Pierantonio Bellina, La fatica di essere prete, Biblioteca dell'immagine, p.48)