venerdì 31 ottobre 2008

NON SONO RIUSCITO A TENERLA PER ME...

Ricevo per mail la traduzione di alcune pagine del libro di pre Toni "Cirint lis olmis di Diu".E' La prefazione scritta da un suo grande amico, pre Tonin Cjapelâr. Non sono riuscito a tenerla per me. Ringrazio Patrizia che ci ha messo la sua anima. Chiederemo i permessi per poter cominciare a travasare questo libro ( il primo di quattro) con regolarità. In attesa apprezzate come è stato ben tradotto il friulano!
Marino Plazzotta

Presentazione

Queste parabole, storielle sapienziali e riflessioni che leggerete, sono fiorite nel terreno della precarietà, dell’insicurezza che proviene dalla malattia, nell’orto di uno che non sa se domani sarà ancora in vita.

L’acqua di una pazienza senza fine, ogni giorno, le ha bagnate e il letame di un’umiltà, non cercata ma accettata, ha dato loro profumo e colore.

Se voi vi sentite efficienti, sicuri e programmati, lontani dalle miserie della gente, se per il momento tutto vi funziona, non leggete questo libro. Nella vostra distrazione e alienazione non vi dirà un granché; anzi vi darà fastidio.

Lungo la strada che l’autore indica può camminare solo chi cerca. Non l’ideologia o la programmazione della vita, non la vita di questa società, dell’istruzione o della televisione, ma quell’unica vita che possiedi: il te stesso più profondo, che, trovato quello, si è trovato tutto e, perduto quello, lussi, divertimenti, carriera diventano grandi illusioni.

Fa pensare, in questo libro, la scelta di pre Antoni.

Se un tempo difendeva gli ultimi, qui è più piccolo: se era la voce degli impotenti, qui è debole lui stesso. Piccolo di fronte alla grande storia del mondo, lui che ci invita a guardare a Sant’Alessio sconosciuto sotto la scala della sua stessa casa.

Qui pre Antoni è uno di quelli che lavorano “in perdita”.

Questa rappresenta la sconfitta della sua vita? È un’involuzione?

No, è rivelazione, condivisione. È la sapienza di Dio. Sui grandi del mondo pre Antoni dice: “… nel villaggio globale, dove la carta d’identità è la banalità”, dobbiamo sempre tenere duro assieme a quelli che “rimangono schietti, genuini, profondi, essenziali, misurati. Gente che lavora in perdita, per pura gratitudine e fede. Gente che muore in credito e non in debito. Benedetti!”.

Questa è la spiritualità, e camminare in compagnia dei santi, non sta a me esortare e consigliare: dico ciò che sente il mio cuore.

Non si può leggere questo libro come fosse un giornale d’informazione, come si legge un qualsiasi bollettino.

La strage della poesia è il silenzio.

Non si può contemplare una stella parlando, non si può ascoltare musica fdi corsa; e non si può trovare sapienza dove c’è confusione. Forse questo libro è stato scritto passeggiando in un bosco; o vicino al fuoco dello spolert mentre fuori nevicava; o in una chiesetta fuori mano e abbandonata; o dentro il cuore di un uomo che ha molto tempo… tempo per pensare. Sopra la storia, la parola di Dio, e il senso della vita.

Sarebbero ancora parecchie le cose da dire. Per esempio, pre Antoni ha un amore limpido e unico per il Friuli: il suo sogno di una chiesa più bella, differente, nuova e alternativa; e la scielta continua di quella libertà che abbiamo in Gesù Cristo.

Ma ognuno cerchi, in questo libretto, il suo tesoro. Il cuore lo guidi e troverà una perla e una luce.

Ricordandosi però di lasciarsi istruire dalle erbe dell’orto, dal canto di un canarino, da una viola, da un gatto, da una formica. Di non essere come la nonna di Davai che cercava gli occhiali perduti mentre li aveva sul naso.

La strada di pre Antoni non è la mia e non è la strada del lettore. Se l’ironia, l’immagine, il pensiero, la fantasia di questo libro mi aiuteranno a trovare il mio profondo, l’anima di me stesso e le orme di Dio nella mia vita, sarò fortunato!

Sarò pronto a continuare da solo.

Dopo aver detto a pre Antoni “Benedetto!”.

Pre Tonin Cappellari

mercoledì 29 ottobre 2008

PILLOLE DI SAGGEZZA_16

Se no podìn salvâ il mont, cirìn almancul di salvânus nô. Se no podìn ribaltâlu, cirìn almancul che no nus ribalti e no nus gjavi i ponts di orientament, lis sfondis, il parcè e la voe di vivi e di scombati.

Se non possiamo salvare il mondo, salviamo almeno noi stessi. Se non possiamo sovvertirlo, facciamo in modo che almeno non ci sovverta e non ci tolga i punti di orientamento, le fondamenta, il perché e la voglia di vivere di andare avanti.

(pre Toni Beline)

sabato 25 ottobre 2008

SPETANT LA STAMPE DE “OPERA OMNIA” DI PRE ANTONI BELINE

Pre Tonin Cjapelâr nel presentare su “La Patrie” di ottobre la riedizione di “Sior Santul”, pubblicato da pre Beline nel 1976, non evita di insistere ancora sulla inopportunità di tradurre in italiano almeno alcune opere di pre Toni. Già qualche tempo fa ebbi occasione di precisare che a me personalmente non passava per la testa di suggerire una traduzione per i libri “Tiere di confin, Sior Santul, Sul at di voltâ pagjine” così ben inseriti nel linguaggio del territorio da richiedere un traduttore con doti eccezionali. Pensavo ad alcune opere meno impegnative per il vocabolario ed il linguaggio, come “Lis olmis, Lis peraulis tasudis, Il timp das domandis”, ma intense per il sentimento e l'anima universale che esprimono. Ostinarsi a tenere la sbarra abbassata più che oscurantismo mi sembra “umiliazione culturale”. Il successo della traduzione del “De profundis”, sembra non basti a convincere che il messaggio di pre Toni può essere di aiuto anche per i barbari! In ogni caso gradirei si evitasse quell'atteggiamento clericale che non consente pareri diversi, insinuando, in chi non condivide le idee di Glesie Furlane, una consapevolezza ed una coscienza dell'errore che non esiste.
Ora nella sua rubrica pre Tonin Cjapelâr ribadisce “...in tal libri “La fatica di essere prete” si cjate il pinsîr resonât ma no l'anime vive di pre Antoni”.
Sarei curioso di capire (par talian) la differenza che pre Tonin riscontra tra “pinsîr resonât” e “anime vive”. Non ha forse studiato anche lui che “nihil est in intellectu quod non fuerit prius in sensu”? Ven a stai: il pensiero ragionato é il succo di quello che si travasa dalle esperienze, come a dire che il pensiero ragionato é il meglio di quanto attraverso l'anima e il cuore, arriva alla testa!
A me sembra esagerato questo modo “de fide definitum” che presenta come un dogma, quanto non é che una opinione, più o meno condivisa, una interpretazione a posteriori sulle intenzioni presunte del caro pre Toni! Io leggo volentieri la Bibie nella versione friulana, credo che sia molto meglio di quella italiana e non penso che potrei gustarla di più se mi mettessi in testa di leggerla in ebraico, aramaico, o greco. Lo ha fatto chiaramente capire il biblista prof. Fabris in occasione della commemorazione organizzata dall'università affermando che pre Toni è stato un grande traduttore, che non ha tradito il testo.
Comunque in attesa dell' “opera omnia” (!) sponsorizzata dalla provincia, mi rileggo volentieri “Sior santul” e lo consiglio a quanti hanno un po' di dimestichezza con il friulano anche se non sono “studiâts”.

lunedì 20 ottobre 2008

PILLOLE DI SAGGEZZA_15

Scombati al è biel e interiormentri gratificant, come dutis lis batais ideâls, ma no si po’ scombati dute la vite e soredut no si po’ scombati su la sensazion continue e palese che la nestre voe e sedi inutile e patetiche.


Combattere è bello ed interiormente gratificante, come tutte le battaglie ideali; ma non ci si può affannare tutta la vita specie se si ha la continua e chiara sensazione che la nostra vita sia pateticamente inutile.


(pre Toni Beline)

giovedì 16 ottobre 2008

PILLOLE DI SAGGEZZA_14

Se no podìn salvâ il mont, cirìn almancul di salvânus nô. Se no podìn ribaltâlu, cirìn almancul che no nus ribalti e no nus gjavi i ponts di orientament, lis sfondis, il parcè e la voe di vivi e di scombati.

Se non possiamo salvare il mondo, salviamo almeno noi stessi. Se non possiamo sovvertirlo, facciamo in modo che almeno non ci sovverta e non ci tolga i punti di orientamento, le fondamenta, il perché e la voglia di vivere di andare avanti.

(Pre Toni Beline)

domenica 12 ottobre 2008

PILLOLE DI SAGGEZZA_13

La ligrie e je alc di superficiâl, di passaç, come lis ondis dal mâr, la gjonde e je alc di profont, come la profonditât dal mâr, che e reste intate ancje tal plui grant burlaç. La ligrie e je peade a une sensazion, la contetece a una situazion.


L’allegria è un qualcosa di supeficiale, di transeunte, come le onde del mare; la felicità è qualcosa di profondo, come la profondità del mare, che resta immutata anche nella tempesta. L’allegria dipende da una sensazione, la felicità da una situazione.


(Pre Toni Beline)

giovedì 9 ottobre 2008

PILLOLE DI SAGGEZZA_12

La tierce e cuarte etât, che de savietât, e je diventade la plui mate, ridicole stupide. Feminis e oms che àn scombatût une vite par tirâ su une famee come che Diu comande e cumò si pierdin daûr des banalitâts des telenovelis. Se ancje la none e piert il cjaf, cul restial savi in te famee?

La terza e quarta età, quella della saggezza, sta diventando la più pazza, ridicola e stupida. Uomini e donne che si sono affaccendati una vita intera per crescere una famiglia come Dio comanda, ora perdono il tempo a seguire le idiozie delle telenovele. Se dunque anche la nonna perde la testa, chi resterà saggio in casa?

venerdì 3 ottobre 2008

PILLOLA DI SAGGEZZA 11: DENTRO LA TERRA

I muarts a son la nestre arcje di santitât, il nestri capitâl di storie e di sapience, il nestri tesaur di esperienze e di culture, lis nestris lidrîs platadis sot tiere. No si onore un tesaur dismenteanlu o svendinlu. No si onore la lidrîs lassant secjâ l’arbul.

I defunti sono la nostra arca di santità, il nostro capitale di storia e di saggezza, il nostro tesoro di esperienza e di cultura, le nostre radici affondate sotto terra. Non si apprezza un tesoro dimenticandolo oppure svendendolo. Non salvaguardiamo la radice se lasciamo seccare la pianta.

(pre Toni)


Qui di seguito vi propongo una intervista a Pre Toni Beline, realizzata dall'emittente VTC di Treppo Carnico. Il video si può scaricare collegandosi direttamente al sito di VTC o cliccando sull'immagine a seguire.

mercoledì 1 ottobre 2008

PILLOLE DI SAGGEZZA_10

…no si à di sclopà in chest mont par colpe dai siôrs e dai puliticanz e dai grancj, cu la sperance di lâ a stâ ben di là. La justissie, la veretât, la libertât a coventin ancje in chest mont, par fâ une vite dignitose.

Non si deve soffrire in questo mondo a causa dei ricchi, dei politicanti e dei grandi, con la speranza di andare poi a vivere meglio nell’aldilà. La giustizia, la verità e la libertà servono anche in questo mondo per condurre una vita dignitosa.

pre Toni Beline