venerdì 21 agosto 2009

IN RICORDO DI MARINO PLAZZOTTA

RICORDANDO MARINO PLAZZOTTA E LE SUE DOMANDE

- 29 agosto '09, ore 20.30 presso la fattoria sociale Bosco di Museis, Cercivento (UD).
Attraverso la testimonianza degli amici intendiamo raccontare la vita e la ricerca di Marino Plazzotta, prematuramente scomparso la primavera di quest'anno.
Uomo eclettico ha dedicato molte energie alla montagna e ai grandi temi che interrogano tutti noi.

Un dopoguerra insieme da un paesino della Carnia a .... oggi
professor Aldo Baritussio;
Il dolore e la malattia
dottor Vito Di Piazza;
Il sogno profetico della diocesi di Zuglio
dottor Alfio Englaro;
La chiesa controversa
don Pierluigi Di Piazza, Centro Balducci;
La battaglia per la montagna
professor Daniel Spizzo;
Comunicare per cambiare: la sua vita alla TV
con Celestino Vezzi e Giuseppina De Cillia.

Proiezioni dall’archivio di VTC-TeleFriuli durante tutta la serata.
Al termine del giro dei relatori, interventi liberi degli invitati o del pubblico con suggestioni, memorie, aneddoti e tutto quello che può ricordare qualcosa della sua vita e del suo impegno.

domenica 5 luglio 2009

UN RICORDO DI MARINO_4

VTC (www.videotelecarnia.it) é la corrispondente di Telefriuli in Carnia. Questa singolare emittente locale con sede a Treppo Carnico, da più di vent'anni trasmette, racconta e registra momenti di vita ed eventi della comunità montana (e non solo), divenendo ormai un riferimento informativo ed un testimone straordinario per tutta la società carnica.


Mario de Cillia e sua moglie Giuseppina Pittino sono i fondatori di VTC, ed i maggiori responsabili di questa emittente, piccola, ma di enorme valore storico e culturale, che ha saputo sopravvivere grazie alla tenacia, caparbietà e passione dei suoi fondatori e collaboratori, anche a tutte le difficoltà connesse alla riforma delle telecomunicazioni.


Marino ha collaborato con VTC per circa quindici anni, trovando nell'emittente un' occasione unica di comunicazione del suo pensiero e passioni. Grazie a VTC é nata e si é consolidata l'amicizia con Pre Toni Beline, con cui Marino ha realizzato diverse interviste contribuendo a diffondere e risaltare la figura di questo singolare prete, in tutta la Regione.


In occasione della sua scomparsa, la redazione di VTC ha voluto dedicare un ultimo commosso messaggio di saluto a Marino, collaboratore ed amico di tante battaglie, che riproponiamo in questo contesto per la sua visione.

Per vedere il video clicca qui o sull'immagine.





domenica 21 giugno 2009

UN RICORDO DI MARINO_3

Il Dott. Alfio Englaro é la persona che ha seguito Marino durante il lungo calvario della sua malattia.
Grazie alla professionalità di questo medico/amico, Marino ha vissuto sicuramente più anni di quanti questa malattia normalmente concede.
A noi della famiglia, sono stati concessi anni in più con un padre e un marito: un regalo impagabile e immenso.
Ad un mese dalla scomparsa, pubblichiamo un ricordo su Marino scritto dal dott. Alfio Englaro, con la medesima mano con cui lo ha curato e seguito per tanti anni.
Qui di seguito un breve estratto dello scritto che potete leggere interamente cliccando qui.

LA SCUVIERTE DI PRE TONI BELINE

Propit in chest periodo, jodint un viaç a VTC une das intervistes di Celestino Vezzi (di Çurçuvint) fate a pre Toni Beline (nome pa television cjargnele), Marino al ven fulminât da bardele e da savietât di chest preidi dut particolâr che encje lui, dal rest, al veve conossjiût in seminari ma che al veve pierdût di viste par tant timp.
D'in chê dì Marino al tache a lei i prins libris di chest preidi, al va a cjatâlu, a i telefone, a lu invide a mangjâ a cjase sô (e la biade Marie, simpri indafarade in cusine, a fâs la sô biele figure cun mangjâs di otime cualitât). Insome par fâle curte, al devente intim di pre Toni, cul cuâl al imbasdis un rapuart costant intal timp: intervistes, files, rasonaments, domandes, e dut in registrazione VHS. Ogni moment, ogni lûc ai son bogns par meti su une cjacarade cun chest preidi dal savôr dibot luteran: di sabide, di domenie, di sere, tal cortîl, tal parco di Trep, in cjase, suntune bancje...
Savint però che pre Toni a nol veve mai dât intervistes a dinissun che a nol foss un cjargnel di VTC (nè a gjiornâi nè tantmancul a televisions regjionâls), Marino al fâs di dut par convinci pre Toni a jessji dal so isolament linguistic e culturâl e a lu convinç a fâ passâ las sôs intervistes di Trep encje su Telefriuli di Udin.
Pre Toni finalmenti al acete e cussì, in breif, dut il Friûl al po finalmenti conossji chest preidi tant gjeniâl e tant gjenuin. Plui di une volte e di dôs chestes cjacarades tra i doi, as vegnin trasmetudes da TF e tante int a tache a telefonâ seti al preidi che a Marino.
Une roube a è di clarî subit: encje se pre Toni al scriveve su la Vite Catoliche ogni setemane, encje se al veve bielzà publicât un slac di libris, al è stât propit Marino midiant Telefriuli a tirâ fûr pre Toni da sô tane e a portâlu in dutes las cjases furlanes e cjargneles, fasint cussì une operazion culturâl e sociâl di grant merit e di grant valôr.
Cence chest passaç televisîf (prime a Trep e dopo a Udin), pre Toni al sares simpri restât cunfinât inta ristrete clape da "Gleisie Furlane" o da "Vite Catoliche", cence podei mai jessi cerçât (e preseât) da grande masse da int: dal popul furlan, pal cuâl lui al veve adiriture tradot la Bibie interie.
per leggere il testo completo clicca qui. (da cjargne.it)

martedì 16 giugno 2009

Un RICORDO DI MARINO_2

Mi vengono proprio dal profondo del cuore alcuni vissuti che si fanno riflessione ed espressione pubblica per contribuire con umiltà e commozione al saluto più vero, autentico e partecipato a Marino, insieme prima di tutto ai suoi familiari e poi agli amici e ai conoscenti.
Sento Marino nelle sue dimensioni essenziali che, come avviene nel paradosso della vita, anche il percorso doloroso e meditativo della malattia ha contribuito ad approfondire. Riascolto l’eco della sua umanità di adolescente e giovane della nostra montagna della Carnia, l’intelligenza intuitiva e viva che lo portava a indagare e riflettere.
Dopo diversi anni in cui il contatto diretto si era interrotto, non per motivazioni particolari, tanto meno per scelta di uno o dell’altro o di entrambi, l’ho reincontrato alcuni anni fa su quella lunghezza d’onda originaria, verificata, arricchita, portata all’essenziale dalla complessità della vita e delle sue vicende.
L’ho reincontrato mentre, insieme ai vissuti con i suoi familiari, ne intratteneva altri due particolarmente impegnativi interrogativi e interlocutori: uno con la malattia e l’altro con l’umanità, la fede, gli interrogativi di pre Toni Bellina; due riferimenti che spesso sono diventati lo stesso, proprio perché anche pre Toni ha posto in continuazione la questione della malattia, del dolore, della sofferenza come questione aperta a Dio, a Gesù di Nazaret, alla fede in Lui.
E così qualche volta l’ho incontrato in ospedale; abbiamo camminato insieme dialogando nel Centro Balducci; abbiamo insieme proposto nel giugno scorso un incontro per ricordare pre Toni, molto partecipato e vissuto con profonda intensità e commozione; abbiamo collaborato per riproporlo anche quest’anno, il 30 aprile; Marino non ha potuto partecipare perché il male aveva cominciato a dare i segni del suo sopravanzare invadente. Ho comunicato il motivo della sua assenza e invitato la folla dei presenti a tributargli un dovuto applauso di amicizia e riconoscenza; un altro altrettanto intenso è seguito alla lettura dell’intervento da lui preparato: ricco di umanità, ricco del dubbio, della fatica e insieme dell’essenza di una fede inquieta e in ricerca, essenziale, liberata dalle sovrastrutture ideologiche confessionali e clericali. Il credere e il non credere con serietà sono un’autentica impresa. Posso comunicare oggi con commozione che ho sentito quei due lunghi e caldi applausi come un saluto a Marino, come un anticipo interiore del silenzio di questa celebrazione.
Marino, una volta scoperto e incontrato pre Toni, ha sentito il dovere interiore spirituale ed etico di farne conoscere con le interviste e i libri l’umanità profonda, la sensibilità, la libertà, il coraggio, la solitudine, la lettura della vita e della storia con la Bibbia nel cuore, da lui tradotta in lingua friulana, dalla parte dei poveri, degli umili, degli ultimi, degli scartati, leggendovi le sofferenze e insieme le ricchezze umane, culturali, spirituali.
Sento e saluto con commozione e affetto Marino su questa profonda lunghezza d’onda: Marino come ricercatore di verità, di profondità, di essenzialità, di una fede che si lascia interrogare, che si interroga, che interroga… Marino che vibra nella profondità del suo essere, che deve arrendersi alla malattia che spegne le funzioni biologiche vitali, ma non spegne lo spirito, la profondità dell’essere.
Ricordo che anni fa un intellettuale, economista e poi anche politico, partito da posizioni dichiarate di non credente, via via cercando i significati profondi del vivere, soffrire e morire arrivò a celebrare nella stanza in cui morì poco dopo colpito anche lui da un tumore, l’Eucarestia con padre Balducci, Raniero La Valle ed altri… E salutò mentre le forze erano davvero ormai poche con queste parole: “Ora andrò finalmente a vedere come stanno davvero le cose.”
Mi viene spontaneo associare questo atteggiamento a Marino in questo passaggio misterioso della morte; siamo qui a ridirci sommessamente che non è verso il buio, il vuoto e l’insignificanza, ma verso una Presenza che misteriosamente ci accoglie… Esprimiamo questa fiducia non irragionevole, ma ragionevole: che anche se non sappiamo il dove e il come, questa accoglienza misteriosamente avviene e Marino, tutti i nostri cari continuano a vivere e ad accompagnarci nella nostra vita. Non si tratta di una verità dogmatica a cui aderire, bensì di una possibile apertura esistenziale a cui affidarsi.
Con stima, riconoscenza e amicizia saluto, salutiamo Marino.

(Pierluigi Di Piazza)

lunedì 8 giugno 2009

UN RICORDO DI MARINO_1

A nome di Maria, Joy e Mascia vorrei ringraziare i medici e gli infermieri di quella bella realtà che è l’ ospedale di Tolmezzo per la loro opera coraggiosa contro una malattia dimostratasi invincibile, e ancor più per l’ umanità e l’ amicizia dimostrate.
Un grazie anche al personale dell’ unità di terapie palliative dell’ ospedale di Udine.

Vorrei poi, e questo a nome di Marino, mandare un messaggio a quanti soffrono di neoplasia. Il messaggio è di non perdere mai la speranza sia perché nuove terapie stanno arrivando giorno per giorno, ma soprattutto perché anche nei casi in cui la malattia non è curabile, si può cercare di continuare a vivere, incontrare persone, fare cose. Marino ci ha lasciato un buon esempio di questo atteggiamento positivo, riuscendo, nonostante la malattia, a scrivere il libro su pre Antoni Beline per cui sarà ricordato.

La menzione del libro mi porta all’ interesse fondamentale di Marino che era il problema del credere ed il ruolo della Chiesa. Un problema mai risolto. In un intervento che avrebbe voluto fare pochi giorni fa (ma non potè perché la situazione stava precipitando) Marino concludeva con queste parole di Pre Antoni: “Dio è un rifugio e non la facile risposta alle nostre domande”.

Sul piano personale, saluto oggi l’ amico con cui ho condiviso letture, musiche, discussioni. Saluto il compagno d’ infanzia, ma non di giochi, perché da bambino lui era quasi sempre impegnato nei servizi in casa, mentre il nostro gruppo era dedito puramente ai giochi nei prati, sul greto del torrente Pontaiba e nei boschi di Treppo. Lui era un bravo bambino, tanto che il parroco don Lorenzo Dassi lo mise in comunione un anno prima del tempo, mentre noi la facemmo l’ anno che ci toccava. Qualcuno anche dopo.

Vorrei tornare indietro nel tempo e ragionare come quando da chierichetti accompagnavamo qualche compaesano al camposanto. Ragionando come allora penso che oggi Marino incontra i suoi genitori. Incontra i tanti compagni e conoscenti che ci hanno lasciato. Incontra persone che neanche si ricordano come i poveri che per tradizione trovavano un giaciglio nello stavolo di Gosper e che lui da bambino, con un certo timore, accompagnava con la lanterna. Ed infine penso che mia mamma vede oggi arrivare uno dei suoi più bravi scolari.

Termino con le parole di una canzone di Johnny Cash, che per il vero era piaciuta a Marino meno di quanto mi aspettassi, e che dice: ci incontreremo più avanti, lungo la strada.

Mandi Marino

(l'amico da sempre, Aldo Baritussio)

venerdì 22 maggio 2009

Non è necessario credere nell'Aldilà per morire sereni, dipende da come si è vissuti.
(Marino Plazzotta)

martedì 5 maggio 2009

PILLOLE DI SAGGEZZA_34

Rivâ a puartâ il latin in Afriche o in Asie nol è di vantâsi ma di vergognâsi.

Riuscire a portare il latino in Africa o in Asia non è cosa di cui vantarsi ma di cui vergognarsi.