Un mattino ci siamo alzati e abbiamo scoperto che in un un vaso sul davanzale era fiorita una viola che non avevamo seminato. Ogni volta che la ammiravamo pensavamo a pre Toni e oggi, che ricorre l'anniversario della sua morte, ci piace mostrarvela anche a voi.
Ho incominciato a scrivere nell’ottobre del 1973, proprio per caso. Ho sempre avuto passione di scrivere, come ho sempre avuto difficoltà con la matematica. La fisica e chimica poi non so neanche che roba siano. Fin dalle elementari mi piaceva svolgere i temi di italiano. Alle superiori, al liceo classico, mi piacevano la letteratura, le materie umanistiche, il latino e il greco. Ricordo che in quinta elementare, quindi più di cinquanta anni fa, abbiamo fatto un tema sulla viola. Mi riuscì così bene che il maestro mi ha accompagnato in tutte le aule per leggere il mio componimento. Me lo fece declamare nelle classi come fosse una poesia e io mi vergognavo da morire ed arrossivo. Mi sembrava di peccare contro la viola, che è un fiorellino piccolo, piccolo, e bisogna abbassarsi, essere piccoli per scoprirlo. Mi pareva di umiliare il mio fiore preferito perché tutti mi lodavano ed ero diventato famoso nella scuola soltanto per aver cercato di descrivere la sua esile bellezza e la sua fragile esistenza. Mi è piaciuto sempre scrivere, perché lo scrivere è un manifestare se stessi; è una forma alta di comunicazione. (La fatica di esser prete pag.28)
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