lunedì 8 giugno 2009

UN RICORDO DI MARINO_1

A nome di Maria, Joy e Mascia vorrei ringraziare i medici e gli infermieri di quella bella realtà che è l’ ospedale di Tolmezzo per la loro opera coraggiosa contro una malattia dimostratasi invincibile, e ancor più per l’ umanità e l’ amicizia dimostrate.
Un grazie anche al personale dell’ unità di terapie palliative dell’ ospedale di Udine.

Vorrei poi, e questo a nome di Marino, mandare un messaggio a quanti soffrono di neoplasia. Il messaggio è di non perdere mai la speranza sia perché nuove terapie stanno arrivando giorno per giorno, ma soprattutto perché anche nei casi in cui la malattia non è curabile, si può cercare di continuare a vivere, incontrare persone, fare cose. Marino ci ha lasciato un buon esempio di questo atteggiamento positivo, riuscendo, nonostante la malattia, a scrivere il libro su pre Antoni Beline per cui sarà ricordato.

La menzione del libro mi porta all’ interesse fondamentale di Marino che era il problema del credere ed il ruolo della Chiesa. Un problema mai risolto. In un intervento che avrebbe voluto fare pochi giorni fa (ma non potè perché la situazione stava precipitando) Marino concludeva con queste parole di Pre Antoni: “Dio è un rifugio e non la facile risposta alle nostre domande”.

Sul piano personale, saluto oggi l’ amico con cui ho condiviso letture, musiche, discussioni. Saluto il compagno d’ infanzia, ma non di giochi, perché da bambino lui era quasi sempre impegnato nei servizi in casa, mentre il nostro gruppo era dedito puramente ai giochi nei prati, sul greto del torrente Pontaiba e nei boschi di Treppo. Lui era un bravo bambino, tanto che il parroco don Lorenzo Dassi lo mise in comunione un anno prima del tempo, mentre noi la facemmo l’ anno che ci toccava. Qualcuno anche dopo.

Vorrei tornare indietro nel tempo e ragionare come quando da chierichetti accompagnavamo qualche compaesano al camposanto. Ragionando come allora penso che oggi Marino incontra i suoi genitori. Incontra i tanti compagni e conoscenti che ci hanno lasciato. Incontra persone che neanche si ricordano come i poveri che per tradizione trovavano un giaciglio nello stavolo di Gosper e che lui da bambino, con un certo timore, accompagnava con la lanterna. Ed infine penso che mia mamma vede oggi arrivare uno dei suoi più bravi scolari.

Termino con le parole di una canzone di Johnny Cash, che per il vero era piaciuta a Marino meno di quanto mi aspettassi, e che dice: ci incontreremo più avanti, lungo la strada.

Mandi Marino

(l'amico da sempre, Aldo Baritussio)

1 commento:

p.v. ha detto...

è proprio un bel ricordo, sentito e toccante.

vengo ogni giorno a visitare il blog
e mi fa piacere vedere che continua
nel ricordo di pre toni e ora anche di marino.

teniamoci in contatto.

anche da parte mia un pensiero affettuoso per maria joel e mascia.

patrizia