Scriveva un grande rabbino “Il mistero dell’Universo o è un caos privo di ogni valore o è colmo di un significato infinito che oltrepassa le menti finite”.
Pre Toni diceva le stesse cose con domande che sottolineavano lo stesso problema: il mistero della nostra esistenza.
“Dut ce che al nas al è misteri, tant a dî un alc di plui profont dal rût dât anagrafic o visibil. Cui rivial adore di capî a font e di spiegâ il timp, il mût, la preparazion, la colocazion, l’impuartance, il distin di une rose, di une besteute, di un frut? Parcè nassial chel e no un altri? Parcè nassial li e no intun altri puest? Parcè nassial in chel moment e no un secul prime o dopo, che al vares vût un distin dut diferent?
(Pre Toni Beline)
“Tutto quello che nasce è mistero, come a dire qualche cosa di più del burocratico dato anagrafico o visibile. Chi è in grado di spiegare a fondo il tempo, il modo, la preparazione, la collocazione, l’importanza, il destino di una rosa, di una bestiola, di un bambino? Perché è nato lui e non un altro? Perché è nato lì e non in un altro posto? Perché è nato in quel momento e non un secolo prima o dopo con un destino diverso?
(Pre Toni Beline)
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