domenica 22 marzo 2009

PERCHE' CONTINUARE NELLA CENSURA?

Ho ricevuto diverse richieste sul più famoso libro di pre Toni "La fabriche dai predis".
A chi ci si può rivolgere per avere una risposta sul divieto di pubblicazione o di traduzione o perorarne la causa, dopo dieci anni dalla pubblicazione? La Chiesa ha perdonato a Galileo, perchè non al più modesto pre Belina? Né posso pensare che "Glesie Furlane" si possa opporre ad una operazione che rende merito al suo ispiratore!
Eccovi una delle lettere da me ricevute:

"Sig. Plazzotta, anche se in ritardo la ringrazio per la mail che mi ha inviato.
Oggi ho qualche novità che forse non la sorprenderà ma che comunque le voglio far sapere. Da qualche giorno sono venuto in possesso (prestito) di una copia di "La fabriche dai predis".
E' in friulano ed è probabilmente una copia omaggio in quanto il prezzo è stato nascosto.
La sto leggendo d'un fiato e, le assicuro, che il piacere è immenso.
Questo libro tanto desiderato si sta rivelando una fonte di ricordi, di verità ed è scritto con una sensibilità che rende ancor più penoso il fatto che non è accessibile a tutti.
Dopo questo libro a pre Toni dovrebbero dedicare qualcosa di più di qualche ricordo a quello che è conosciuto.
Il coraggio di scrivere qualcosa di personale, i propri sentimenti, gioie, dolori, esperienze con la sensibilità e poesia come ha fatto lui, non è da molti."

3 commenti:

p.v. ha detto...

già ke senso ha
l' AUTOcensura?

levit ha detto...

Ma perchè non pubblichi questo libro?
Basta fotocopiarlo, e poi, in formato PDF, pubblicarlo su un sito anonimo in uno dei tanti siti gratuiti del WEB.
Apri un sito a nome di pre Toni Bellina e pubblichi le sue opere censurate. Per rappresaglia. Per voglia di verità. Per la storia. Per fare finalmente un passo avanti.
Ma sei sicuro che interessi a qualcuno? Ho letto anche quanto hai pubblicato di Giorgio Ferigo sullo stesso argomento. Molto interessante, vero, ma anche molto datato, dimenticato, sepolto. Come se il mondo avesse voltato pagina. Non c'è più tempo per le accuse.
Mandi Marino.

tootsie ha detto...

levit: Ma sei sicuro che interessi a qualcuno?

potrebbe interessare a me, ad esempio... ;-)

scusate se m'intrometto... ma sinceramente trovo assurdo, quanto meschino, il divieto di traduzione e pubblicazione... ;-(

penso che il poter accedere liberamente a qualsivoglia testo/libro/scritto sia un diritto inalienabile, in fin dei conti la libertà è un bene prezioso e credo che questa interessi tutti...

ho conosciuto pre toni grazie a 'la fatica di essere prete', a marino e ad una mia cara amica, e in questo libro mi sono ritrovata, da atea, a condividere molti dei principi e pensieri che mi hanno formata...
altruismo, carità, empatia, critica costruttiva, senso del dovere e la gioia di vivere nonostante le 'botte' ricevute dalla vita stessa, non sono appannaggio esclusivo dei soli 'cristiani'...

da qui ho iniziato ad interessarmi e a leggere altri suoi 'testi', sparsi nel web e sempre aiutata dalla stessa amica, friulana doc.
alla lingua italiana ci sono arrivata tardi, pressocchè da autodidatta, parlo e scrivo correntemente in spagnolo, mi arrangio con francese e inglese e 33 anni di residenza lombarda forse un pò mi aiutano a capire 'par furlan', ma non è abbastanza... la schiettezza di padre antonio bellina, la sua incisività, la capacità di riuscire ad essere essenziale quanto diretto, la freschezza e l'immediatezza dei suoi concetti, e la sua personale e profonda conoscenza dell'animo umano meritano ben altro... merita d'esser conosciuto, e riconosciuto, attraverso le sue esperienze, la sua vita, la sua carnia, il suo friuli, la sua animosità e semplicità, che lo pongono ai margini e nel contempo al centro del vivere quotidiano...
merita il suo 'la fabriche dei predis', 'la fabbrica dei preti'... di come lui, e la sua generazione, han ricevuto un opinabile e quantomeno ortodosso 'imprinting', che si spera rinnovato, evoluto nella concezione e nello spirito, e meno crudele...
... e da quel poco letto, perchè tradotto e riportato da articoli e siti web dedicati, non molto diverso dai racconti allucinati e tristi della vita trascorsa da mio padre, classe '32, presso un collegio retto da suore, dai 7 ai 18 anni... la 'condanna' di aver dovuto vivere escluso e recluso perchè figlio di 'nn', la bolla infamante di una colpa non voluta, la perfidia, la derisione e i veleni che si celavano tra quelle mura... e la chiamavano 'carità cristiana'... ;-(

e che male c'è poi nel poter leggere questi testi in altra lingua diversa dal friulano?!? cosa li renderebbe così disdicevoli da vietarne la traduzione? forse proprio la conoscenza...
se non altro, pre toni meriterebbe di essere conosciuto almeno al pari di tanti altri scrittori che costellano la letteratura sudamericana e che, stante l'inesistenza di traduzioni in italiano, presumo siano qui sconosciuti, quanto i 'mondi' e le esperienze che essi descrivono... la 'traduzione' altro non è che un 'tramite', lo strumento che accompagna alla conoscenza, una 'porta' attraverso la quale poter accedere a questi 'mondi', che non iniziano e finiscono nel proprio 'orticello'.

ma tant'è... a quanto pare cultura e conoscenza devono restare prerogative per pochi, affinchè questi 'pochi' possano ergersi a 'eletti', perchè degli 'eletti' resti il dominio...
... e quando penso al 'timeo hominem unius libri', attribuito a san tommaso d'aquino, preferisco interpretarlo come il dover sempre temere l'arroganza e l'insipienza di chi si pone tra questi... e il buio oltre loro.
mandi a duc
patrizia della vedova