sabato 27 dicembre 2008

PREGHIERA DI NATALE

Ripropongo un video di Pre Toni con una preghiera di Natale.

Buone feste

domenica 21 dicembre 2008

PUEDJE NASSI UNE GNOVE SORNADE PE GLESIE?

UN TENTATIVO SPERIAMO NON INUTILE!
Domenica 7 dic. 2008 Glesie Furlane, a vent'anni di distanza, ha colto l'occasione per ripresentare e discutere sul documento, sottoscritto allora da un gruppo di preti e laici, (primo firmatario e riteniamo a ragione estensore, pre Antoni Belline), che non fù reso pubblico per la netta presa di posizione dell'allora arcivescovo Battisti che lo ritenne fuorviante ed in grado di generare confusione nella chiesa udinese.
Ora a distanza di venti anni preceduto da una precisa analisi della situazione proposta da don Nicolino Borgo ed un contributo della docente Maria Cristina Bartolomei, assente perchè influenzata, si è reso pubblico, non si sa se con l'approvazione dell'emerito Arcivescovo, o di propria iniziativa di Glesie Furlane, in lingua friulana ed italiana, questo problematico e contestato documento: “Puedje nassi une gnove sornade pe glesie?”
Personalmente abbiamo trovato di straordinaria attualità le riflessioni e le proposte contenute in queste semplice e sintetiche righe. Ci siamo meravigliati, relativamente , che non si sia capito allora la forza e l'entusiasmo di un progetto innovativo e salutare per la vita cristiana, siamo certi che anche ora che le gerarchie vogliono por mano a un nuovo progetto per la montagna (V.Vita Cattolica del 13.12), queste idee continueranno ad essere respinte e sommerse da tante vacue parole o da quel “grido di dolore” che ormai somiglia a un sarcastico sberleffo.

Di seguito il testo in Italiano (clicca qui)

domenica 14 dicembre 2008

PRE TONI: MAESTRO UNICO!

No pues ringraziâ il Signôr pe scuele furlane che nus à insegnât dome a ubidî...e je stade une tragjedie. (Pre Toni)

Qui di seguito vi propongo una intervista a Pre Toni Beline, realizzata dall'emittente VTC di Treppo Carnico. Il video si può scaricare collegandosi direttamente al sito di VTC .


mercoledì 10 dicembre 2008

PILLOLE DI SAGGEZZA_22

E je une bale che la miserie e fasi rinsavî l’om, che plui di un viaç e di doi lu jude a finîsi di strucjâ. O fasintlu butâ tal bevi o in altris vizis.

E’ una falsità sostenere che la miseria faccia rinsavire l’uomo perché solitamente invece finisce per annientarlo: o spingendolo a bere o verso altri vizi.

lunedì 8 dicembre 2008

PILLOLE DI SAGGEZZA_21

…no si à di dividi l’om in glesie e fûr di glesie, in fieste e dîs di vôre, in anime di une bande e cuarp di chê altre, in cheste vite par cont so e chê altre ancje jê pe sô strade. L’om al è une unitât misteriose ma vere e grande e si à di rispietâle.

Non si deve separare l’uomo in chiesa e l’uomo fuori dalla chiesa; l’uomo nei dì di festa e l’uomo feriale; l’anima da un lato ed il corpo dall’altro; isolato in questa vita e per contro proprio nell’altra. L’uomo è un unicum misterioso vero e grande e occorre averne rispetto.

sabato 29 novembre 2008

PILLOLE DI SAGGEZZA_20

Cjapin il probleme de salût e de malatie, che vuè nus ossessione ducj in maniere cualchi volte esagjerade e esasperade. Tune economie semplificade, che no ti permeteve strassariis di energjis e di robe, o si ere sans o si ere malâz. Se si ere sans, si campave lavorant come bestiis; se si ere malâz si veve di rassegnâsi a tirâ i scarpez.


Osserviamo l’aspetto della salute e della malattia che ci ossessiona in modo talvolta esagerato ed esasperato. In una economia semplificata, che non consentiva sprechi umani e materiali, si era sani o si era malati. Se si era sani, si campava lavorando come bestie; chi era malato doveva rassegnarsi a tirare le cuoia.

domenica 23 novembre 2008

"Cirint lis olmis di Diu", un concentrato di sapienza e fede che pre Toni ci ha lasciato. Pubblico volentieri una recensione scritta recentemente da una sua lettrice che lo ha incontrato tramite questo blog.

Clicca qui o sull'immagine.

domenica 16 novembre 2008

PILLOLE DI SAGGEZZA_19

Us raccomandi di no fâ comunion dome cu la television o cul computer, che e je une false comunion, ma ancje cuntun libri e cu la vuestre storie. Vierzeisi al mont intîr, ma cence rompi la comunion cu la vuestre tiere e culture e lenghe. Dome se o sareis in sot cu lis lidrîs o podareis slargjâsi come un grant arbul.


Vi raccomando di non sentirvi comunità solamente con la televisione o con il computer, che è una falsa comunità, ma anche con un libro e con vostra storia. Apritevi al mondo intero, ma senza rompere l’unione con la vostra terra cultura e lingua. Solo se le vostre radici saranno profonde, potrete allargarvi come un grande albero.


(pre Toni Beline)

domenica 9 novembre 2008

SIOR SANTUL


In occasione della riedizione del Libro di Pre Toni, ripropongo una recensione scritta alcuni anni fa.
Per leggerla, clicca qui o sulla immagine della copertina.

PILLOLE DI SAGGEZZA_18

Là che a son pôcs siôrs, a son tancj puars. Là che a comandin in pôcs, a ubidissin in tancj.

Dove vi sono pochi ricchi, vi sono molti poveri. Laddove comandano pochi, ubbidiscono molti.

(Pre Toni Beline)

giovedì 6 novembre 2008

PILLOLE DI SAGGEZZA_17

Se si cjatìn a nivel di pulitiche e di partît, o sin in cuatri e un cuintri di chel altri. Se si cjatìn a nivel di ostarie, ancje lì o sin in pôcs. Se si cjatìn a nivel di glesie e di int che e ven a messe, o lassìn fûr mieç paîs. Cjatìnsi a nivel di umanitât, tal sens che ducj o sin puare int distinade a tribulá e a murî e li si cjatìn ducj. E sarà la nestre umanitât, fragilitât une fonde par fevelâsi, judâsi, onorâsi.


Se ci si trova in ambito politico o di partito, siamo in quattro ed uno contro l’altro. Se ci si trova in osteria, anche lì siamo in pochi. In chiesa poi, resta fuori metà paese. Troviamoci perciò a livello di umantà, nel senso che tutti siamo povera gente destinata a tribolare e morire: su questo punto ci troveremmo tutti. E la nostra umanità e la nostra fragilità saranno la base per colloquiare, aiutarci, rispettarci.


(Pre Toni Beline)

venerdì 31 ottobre 2008

NON SONO RIUSCITO A TENERLA PER ME...

Ricevo per mail la traduzione di alcune pagine del libro di pre Toni "Cirint lis olmis di Diu".E' La prefazione scritta da un suo grande amico, pre Tonin Cjapelâr. Non sono riuscito a tenerla per me. Ringrazio Patrizia che ci ha messo la sua anima. Chiederemo i permessi per poter cominciare a travasare questo libro ( il primo di quattro) con regolarità. In attesa apprezzate come è stato ben tradotto il friulano!
Marino Plazzotta

Presentazione

Queste parabole, storielle sapienziali e riflessioni che leggerete, sono fiorite nel terreno della precarietà, dell’insicurezza che proviene dalla malattia, nell’orto di uno che non sa se domani sarà ancora in vita.

L’acqua di una pazienza senza fine, ogni giorno, le ha bagnate e il letame di un’umiltà, non cercata ma accettata, ha dato loro profumo e colore.

Se voi vi sentite efficienti, sicuri e programmati, lontani dalle miserie della gente, se per il momento tutto vi funziona, non leggete questo libro. Nella vostra distrazione e alienazione non vi dirà un granché; anzi vi darà fastidio.

Lungo la strada che l’autore indica può camminare solo chi cerca. Non l’ideologia o la programmazione della vita, non la vita di questa società, dell’istruzione o della televisione, ma quell’unica vita che possiedi: il te stesso più profondo, che, trovato quello, si è trovato tutto e, perduto quello, lussi, divertimenti, carriera diventano grandi illusioni.

Fa pensare, in questo libro, la scelta di pre Antoni.

Se un tempo difendeva gli ultimi, qui è più piccolo: se era la voce degli impotenti, qui è debole lui stesso. Piccolo di fronte alla grande storia del mondo, lui che ci invita a guardare a Sant’Alessio sconosciuto sotto la scala della sua stessa casa.

Qui pre Antoni è uno di quelli che lavorano “in perdita”.

Questa rappresenta la sconfitta della sua vita? È un’involuzione?

No, è rivelazione, condivisione. È la sapienza di Dio. Sui grandi del mondo pre Antoni dice: “… nel villaggio globale, dove la carta d’identità è la banalità”, dobbiamo sempre tenere duro assieme a quelli che “rimangono schietti, genuini, profondi, essenziali, misurati. Gente che lavora in perdita, per pura gratitudine e fede. Gente che muore in credito e non in debito. Benedetti!”.

Questa è la spiritualità, e camminare in compagnia dei santi, non sta a me esortare e consigliare: dico ciò che sente il mio cuore.

Non si può leggere questo libro come fosse un giornale d’informazione, come si legge un qualsiasi bollettino.

La strage della poesia è il silenzio.

Non si può contemplare una stella parlando, non si può ascoltare musica fdi corsa; e non si può trovare sapienza dove c’è confusione. Forse questo libro è stato scritto passeggiando in un bosco; o vicino al fuoco dello spolert mentre fuori nevicava; o in una chiesetta fuori mano e abbandonata; o dentro il cuore di un uomo che ha molto tempo… tempo per pensare. Sopra la storia, la parola di Dio, e il senso della vita.

Sarebbero ancora parecchie le cose da dire. Per esempio, pre Antoni ha un amore limpido e unico per il Friuli: il suo sogno di una chiesa più bella, differente, nuova e alternativa; e la scielta continua di quella libertà che abbiamo in Gesù Cristo.

Ma ognuno cerchi, in questo libretto, il suo tesoro. Il cuore lo guidi e troverà una perla e una luce.

Ricordandosi però di lasciarsi istruire dalle erbe dell’orto, dal canto di un canarino, da una viola, da un gatto, da una formica. Di non essere come la nonna di Davai che cercava gli occhiali perduti mentre li aveva sul naso.

La strada di pre Antoni non è la mia e non è la strada del lettore. Se l’ironia, l’immagine, il pensiero, la fantasia di questo libro mi aiuteranno a trovare il mio profondo, l’anima di me stesso e le orme di Dio nella mia vita, sarò fortunato!

Sarò pronto a continuare da solo.

Dopo aver detto a pre Antoni “Benedetto!”.

Pre Tonin Cappellari

mercoledì 29 ottobre 2008

PILLOLE DI SAGGEZZA_16

Se no podìn salvâ il mont, cirìn almancul di salvânus nô. Se no podìn ribaltâlu, cirìn almancul che no nus ribalti e no nus gjavi i ponts di orientament, lis sfondis, il parcè e la voe di vivi e di scombati.

Se non possiamo salvare il mondo, salviamo almeno noi stessi. Se non possiamo sovvertirlo, facciamo in modo che almeno non ci sovverta e non ci tolga i punti di orientamento, le fondamenta, il perché e la voglia di vivere di andare avanti.

(pre Toni Beline)

sabato 25 ottobre 2008

SPETANT LA STAMPE DE “OPERA OMNIA” DI PRE ANTONI BELINE

Pre Tonin Cjapelâr nel presentare su “La Patrie” di ottobre la riedizione di “Sior Santul”, pubblicato da pre Beline nel 1976, non evita di insistere ancora sulla inopportunità di tradurre in italiano almeno alcune opere di pre Toni. Già qualche tempo fa ebbi occasione di precisare che a me personalmente non passava per la testa di suggerire una traduzione per i libri “Tiere di confin, Sior Santul, Sul at di voltâ pagjine” così ben inseriti nel linguaggio del territorio da richiedere un traduttore con doti eccezionali. Pensavo ad alcune opere meno impegnative per il vocabolario ed il linguaggio, come “Lis olmis, Lis peraulis tasudis, Il timp das domandis”, ma intense per il sentimento e l'anima universale che esprimono. Ostinarsi a tenere la sbarra abbassata più che oscurantismo mi sembra “umiliazione culturale”. Il successo della traduzione del “De profundis”, sembra non basti a convincere che il messaggio di pre Toni può essere di aiuto anche per i barbari! In ogni caso gradirei si evitasse quell'atteggiamento clericale che non consente pareri diversi, insinuando, in chi non condivide le idee di Glesie Furlane, una consapevolezza ed una coscienza dell'errore che non esiste.
Ora nella sua rubrica pre Tonin Cjapelâr ribadisce “...in tal libri “La fatica di essere prete” si cjate il pinsîr resonât ma no l'anime vive di pre Antoni”.
Sarei curioso di capire (par talian) la differenza che pre Tonin riscontra tra “pinsîr resonât” e “anime vive”. Non ha forse studiato anche lui che “nihil est in intellectu quod non fuerit prius in sensu”? Ven a stai: il pensiero ragionato é il succo di quello che si travasa dalle esperienze, come a dire che il pensiero ragionato é il meglio di quanto attraverso l'anima e il cuore, arriva alla testa!
A me sembra esagerato questo modo “de fide definitum” che presenta come un dogma, quanto non é che una opinione, più o meno condivisa, una interpretazione a posteriori sulle intenzioni presunte del caro pre Toni! Io leggo volentieri la Bibie nella versione friulana, credo che sia molto meglio di quella italiana e non penso che potrei gustarla di più se mi mettessi in testa di leggerla in ebraico, aramaico, o greco. Lo ha fatto chiaramente capire il biblista prof. Fabris in occasione della commemorazione organizzata dall'università affermando che pre Toni è stato un grande traduttore, che non ha tradito il testo.
Comunque in attesa dell' “opera omnia” (!) sponsorizzata dalla provincia, mi rileggo volentieri “Sior santul” e lo consiglio a quanti hanno un po' di dimestichezza con il friulano anche se non sono “studiâts”.

lunedì 20 ottobre 2008

PILLOLE DI SAGGEZZA_15

Scombati al è biel e interiormentri gratificant, come dutis lis batais ideâls, ma no si po’ scombati dute la vite e soredut no si po’ scombati su la sensazion continue e palese che la nestre voe e sedi inutile e patetiche.


Combattere è bello ed interiormente gratificante, come tutte le battaglie ideali; ma non ci si può affannare tutta la vita specie se si ha la continua e chiara sensazione che la nostra vita sia pateticamente inutile.


(pre Toni Beline)

giovedì 16 ottobre 2008

PILLOLE DI SAGGEZZA_14

Se no podìn salvâ il mont, cirìn almancul di salvânus nô. Se no podìn ribaltâlu, cirìn almancul che no nus ribalti e no nus gjavi i ponts di orientament, lis sfondis, il parcè e la voe di vivi e di scombati.

Se non possiamo salvare il mondo, salviamo almeno noi stessi. Se non possiamo sovvertirlo, facciamo in modo che almeno non ci sovverta e non ci tolga i punti di orientamento, le fondamenta, il perché e la voglia di vivere di andare avanti.

(Pre Toni Beline)