sabato 20 settembre 2008

ACCANIMENTO TERAPEUTICO SUL FRIULANO DI PRE BELLINA

In questi giorni ho avuto l’impressione che nei confronti delle opere di pre Toni si sia esercitato una sorta di accanimento terapeutico, manovrato involontariamente dai detentori della sua eredità culturale.
E’ sembrato che pretendere di leggere le opere di pre Toni in lingue diverse dal friulano avrebbe, inevitabilmente, provocato una “disidratazione mortale” della vitalità del suo semplice modo di esprimersi in madre lingua. In qualche modo si è cercato di comunicare che qualsiasi traduzione avrebbe “disonorato” e umiliato gli ideali di pre Toni.

Non è servito a nulla sottolineare che gli scopi di pre Toni andavano conservati e perseguiti con mezzi culturali adeguati al popolo friulano ma che , tuttavia, andavano ascoltate anche le altre voci come quella di Lea. “…ho fotocopiato il De Profundis per donarlo ad un’amica malata…Traducete i testi di questo Prete, non per tradire il Friulano,ma perché meritano di far crescere in Cristo ed in umanità altra gente, oltre ai friulani.” Oppure come scriveva Patrizia: “Non credo si faccia onore alla sua persona imbalsamandolo….Non possiamo soffermarci solo a
un pre Toni friulanista, sarebbe come tradire quanto c’era di “universale” in lui”.

Ma non basta. Sembrerebbe che per onorare pre Toni si debba insistere nel negare qualsiasi traduzione, soprattutto in italiano, in quanto se lui avesse pensato di farla la avrebbe fatta da sé: cence bisugne di tradutôrs!, come ci scrive Mauro.
A parte che non ho mai sentito di uno scrittore, traduttore di se stesso (né Borges che parlava e scriveva in sette lingue, né la Fallaci che conosceva l’inglese quanto l’italiano!) a nessuno e non solo ai suoi amici, può venire in testa di negare che pre Toni avrebbe potuto fare anche questo: tradursi. Non lo ha fatto, perché non era un deficiente.

Su questo blog parlo solo di pre Antoni Beline. Ebbi l’opportunità di intervistarlo diverse volte. Ogni intervista fu un evento. I suoi amici allora mi dissero che ci fu un aumento di richieste dei suoi libri. La curiosità che il personaggio suscitava era nata prima della sua scomparsa, anche se Mauro sostiene che tutta questa smania di traduzione (scjas dal voltâ) sia venuta post mortem.

Io volevo bene a pre Toni. Ora che cerco di mantenere viva la sua presenza dopo essere stato il primo con Alfio Englaro a chiedere un riconoscimento ufficiale (laurea ad honorem), mi si dice che lui, non avrebbe acconsentito alle traduzioni in italiano, ma non è vero e ci sono i testimoni! Come si può pensare che pre Toni non avrebbe autorizzato alcuno a trasmettere il suo messaggio umano e di fede?

A scanso di equivoci, quando parlo di traduzioni, non mi riferisco a “La fabriche dai predis” che soddisferebbe solo delle curiosità, ma alla bellisima trilogia “Il timp das domandis”, le quattro raccolte de “Cirint lis omis di Diu” e il libro più teologicamente impegnativo “Et incarnatus est”, per non parlare del quasi sconosciuto “Fortunât il popul che il Signôr al è il so Diu”, che potrebbe essere adottato come un libro di testo per tutti gli studenti di teologia. Gli altri scritti, tutti belli e gustosi hanno un orizzonte prevalentemente friulano e solo in seguito potrebbero essere riproposti in altra lingua.

E invece no: “Se vuoi questo è perchè pensi soltanto soldi (???), sei uno che travisa il suo pensiero, amico dell'ultima ora...e senza rispetto per Glesie Furlane” in sintesi, uno che ha letto tutti i suoi libri, ha ricevuto l'onore di collaborare al suo ultimo libro scritto in italiano, e non ha capito nulla di quanto diceva: insome un cjastron!

(Fra un po' si arriverà a dire che “La fatica di esser prete” è stato un imbroglio architettato contro un pre Toni non consenziente!).

Quanti ne ha conosciuti il povero Pre Toni che non sapevano mettere in discussione le proprie scelte!!! E san dut lôr!

INSISTERE SUL FRIULANO PER NON “DISONORARE” PRE TONI E’ UNA PARTE DI VERITA’ MA IMPEGNARSI PER RENDERLO INACCESSIBILE AI PIU’ E’ UN ACCANIMENTO INCOMPRENSIBILE.

Mauro ci invita a non fare “cagnare par di bant”. Ha ragione. Lo invito a scorrere le oltre cento pagine di questo sito e a dirmi se vi trova inutili “cagnare”.

4 commenti:

p.v. ha detto...

l'eccessiva ricerca della propria identità è foriera di pericolosi integralismi.
solo una persona ottusa non lo comprende
e pre toni non era una persona ottusa

sbilff ha detto...

L'omp "pre Toni", nol pò jessi strucat e viodut dome come scritor o inteletuâl. I capis la voe di puarâ la sô paraule ancje in forme difarente, ancje lui al amave la lenghe taliane, ma nol amave che une culture a tibiâs un atre, tal nestri câs propite che taliane (la pulitiche nazionlistiche che i stâ daûr). La siore Patrizia a fevele di "itegralismi", ma forsit no varesis di lêi dome il "De Profundis", ma ancje la introduzion di pre Toni a "La cuintristorie dal Friûl". Las lidirs dal omp a son ancje lî, ta l'idèe di une diversitât ca vedi di jessi ripestade e ca sedi bune di dà rispiet, vivint il timp di uè e no chel pasât. Pre Toni al'a simpri pandût chest concet, parcê cal saveve che di fruts in câ si veve vergogne di fevelâ il furlân, parcê lenghe dai puârs, de biade int, cul risultât di vergognasi di ce ca si è o si jere. No steit smenteasi di che fonde cuanc' che i seis convins di fâ la sô volontât. Voltalu, secont me, al volarês smenteasi di pre Toni mestri a Val Rivalp, cuanc'al insegnave ai frus cjargnei la lôr lenghe, la lôr dignitât e partî di lî par viergisi al mont e no pâr sierasi. A è une biele diference tra "itegralisim" e "radicalisim". Pre Toni al'è stât radicâl no integralist.

p.v. ha detto...

mauro, leimi ben, no ai scrit che pre toni al jere un integralist, a me e samein integraliscj chei che no vuelin voltalo.
al de profundis no lu ài let
in compens le prime robe che ài let par furlan e jè propit le cuntristorie
e ti disarai che le ài ancje voltade par talian
par i no furlans
le me intension e jere che di voltale ancje in altris lenghis
ma o cognos dome al talian.
al samee che o vidis pore di confrontasi cun altris popui e altris lenghis e culturis.
crodeiso che il popul furlan e le lenghe furlane nol sidi a part cun lor?
mandi

Marino ha detto...

Sarebbe bello che qualcuno ci parlasse di: "la fede di pre Toni, prete e uomo, oppure "Il friulano di pre Toni, oppure "Appunti di una biografia dell'uomo Antonio Bellina", o ancora "Gli insegnamenti di...."
A più di un anno dalla sua partenza abbiamo una traduzione in italiano di alcuni suoi articoli scritti per il "Dono" ed una riedizione di " Siôr Santul", per fare cassa. "Sul at di voltâ pagjne" esaurito da tempo, forese è stato considerato un documento troppo impegnativo ed si è ritenuto di lasciarlo ancora decantare.
Caro Mauro non riesco francamente a capire dove porti il suo ragionamento. Quello che sostiene è vero, ma cosa produce? Un assopimento come è successo per la "BIBIE" che pur avendo venduto più di 7000 copie non ha provocato nulla. Nessun gruppo di studio, nessun prete che abbia cominciato a leggere i brani domenicali in friulanio?
Patrizia è formidabile. E' riuscita a portare pre Toni in luoghi impensati, a persone che mai lo avevano sentito nominare. Ha personalmente tradotto alcuni suoi brani che i suoi amici hanno apprezzato , perchè aiutavano a "vivere".
Parliamone ancora!