domenica 8 giugno 2008

LA FATICA DI CREDERE

Toni Ha scritto nel 1994 una riflessione: "La fadie dal crodi" pubblicata nel libro il " Timps des domandis" (Glesie furlane 2001), di seguito vi anticipiamo la introduzione in italiano che certamente apprezzerete.
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Come prete dovrei essere l’esperto della fede e tutti dovrebbero aver diritto di venire da me a cercare sicurezze. Questa volta voglio fare qualcosa di diverso. Voglio sedermi con gli altri nell’ultimo angolo della chiesa, per spartire con loro, in un momento particolare della mia vita, una sensazione e una situazione profonda: la sensazione e la situazione del dubbio.
E’ un’esperienza nuova, sofferta, tremenda e, come cercai di dare loro una mano quando ero in piena luce, così ora voglio offrire questa esperienza di passione e di grazia, sorretto dal pensiero che tutto ha un suo posto nel grande mistero del mondo, benché non sempre si arrivi a vederlo.
La notte non è meno importante del giorno, anzi, dovrebbe essere la sua preparazione naturale. Prego che Dio Padre, e il Figlio redentore e solidale con gli uomini e lo Spirito di santità, non ci lascino mancare la loro opera creativa di redenzione e di santificazione e ci trasportino dalla notte alla luce più viva.
Le riflessioni che ho scritto in queste pagine non sono un trattato sulla fede, né possono risolvere un problema che durerà fin che durerà il mondo, perché il mistero è mistero e resta mistero. Si può forse aprire una finestrella per guardare dentro il mistero, o cercare di salire più in alto per avere una visione migliore, sapendo però prima che la verità ultima resterà sempre più in alto dell’ultimo piolo della nostra povera scala. Queste riflessioni sono, pertanto, il regalo di un povero ad altri poveri, per spartire assieme la tenebra spirituale e camminare insieme verso quella luce che per noi ha un viso e un nome: “ Cristo il Signore sorgente e completamento della nostra fede” (Eb 12,2).
Ho scritto queste pagine con schiettezza e libertà. Domando che siano lette con la stessa schiettezza e libertà. So che, soprattutto partendo dai trattati di teologia e delle definizioni del magistero, è possibile distruggere ad una ad una tutte queste mie riflessioni, soprattutto da parte di chi è sicuro nella sua fede. Ma se è tanto sicuro, non può essere anche tollerante, sapendo che la fede è un dono di Dio e non un merito suo? In ogni caso sono già preparato a sentire anatemi dai “buoni”. Spero, tuttavia, di sentire anche le benedizioni delle anime tormentate che hanno trovato un fratello che non ha avuto paura a sedersi accanto a loro per condividere la notte e dargli la mano, pregando insieme, in attesa che venga giorno.
(Pre Toni)

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